La luna sul filo.
La stessa luna vista da tutti nel mondo.
Una linea ed un tondo, semplicemente.
Un riflesso di luce donata dal sole,
portato dai miei occhi alla mia mente.
Salettuol (TV) – 11 dicembre 2019

Pensieri raccolti
La luna sul filo.
La stessa luna vista da tutti nel mondo.
Una linea ed un tondo, semplicemente.
Un riflesso di luce donata dal sole,
portato dai miei occhi alla mia mente.
Salettuol (TV) – 11 dicembre 2019
Cosa significa “navigare a vela”? Per me è la stupefacente possibilità di partecipare insieme all’acqua e all’aria ad un gioco che unisce la ragione e l’emozione, le forze della natura e i limiti dell’uomo.
È nell’incontro tra i due elementi che si trova la chiave per il controllo del movimento o detto in modo più formale, “a far avanzare la barca è la forza risultante tra la pressione del vento sul centro velico e dell’acqua sul piano di deriva immerso”.
Certo, le leggi della fisica lo spiegano perfettamente, ma solo chi ha cavalcato questo spazio magico può percepirne il potente impulso vitale.
La navigazione a vela ti regala l’euforica sensazione di partecipare all’antica giostra tra il vento e il mare, proprio lì, nell’interfaccia tra aria ed acqua, dove si crea il miracolo.
Se il vento non ha nulla da dire, il mare se ne sta tranquillo, ma se il vento alza i toni il mare risponde, a volte con violenza. Quando invece i due elementi stanno nei limiti, una volta capito il gioco, anche noi possiamo dire la nostra, mettendoci in mezzo e avanzando verso la prossima boa.
Cosa pensate che ne sappia il neurone del cervello, lui si limita semplicemente ad inviare i suoi segnali quando viene sollecitato dalle giuste sinapsi.
Alle volte sono cortesi impulsi sporadici ai quali se gli va risponde o altrimenti ignora.
Quando arrivano invece combinazioni di complessità maggiore, la sua risposta è attentamente ponderata.
Succede spesso poi qualcosa di speciale, quando l’area cerebrale tutto intorno si mette ticchettando a risuonare, il neurone scarica sintonizzato con il ritmo, in un fantastico concerto di impulsi armonizzati.
Che poi questa sinfonia sia funzionale a qualche ineffabile attività superiore al neurone poco importa, nessun problema esistenziale, lui fa quello per cui è nato: scarica il suo segnale come sa fare. E questo gli basta.
What do you think the neuron knows about the brain, he simply sends out his signals, when he is activated by the right synapses.
At times, they are sporadic kind impulses to which, if he likes, he respond or otherwise ignore.
When combinations of greater complexity come instead, his answer is carefully considered.
Then something special often happens, when the brain area all around is ticking to resonate, the neuron discharges tuned with the rhythm, in a fantastic concert of harmonized pulses.
That this symphony is functional to some ineffable superior activity to the neuron does not matter, no existential problem, he does what he was born for: he sends out his signal as he knows how to do. And for him that’s enough.
“Il talento colpisce un bersaglio che nessun altro può colpire; il genio colpisce un bersaglio che nessun altro può vedere.” Arthur Shopenauer
L’idea che vorrei esprimere è chiara e limpida nella mia mente ma difficile da tradurre in parole che ne mantengano il pieno significato. Mi sembra che, per quante metafore io possa usare, nessuna riesca a comunicare integralmente il concetto. Partirei da una considerazione: nessuno, per quanto possa prepararsi e organizzarsi, è in grado di fare previsioni attendibili se non per situazioni molto vicine nello spazio e nel tempo. Non appena le distanze aumentano, la complessità della realtà rende significativa ogni minima variazione nelle condizioni di partenza. Come orientarsi allora, in un mondo che cambia sempre più velocemente in direzioni spesso imprevedibili? Proviamo ad immaginare l’esistenza individuale come la continua elaborazione di una complessa equazione. Per comprenderla meglio dobbiamo suddividerla in elementi più semplici. Tra gli innumerevoli fattori, bisogna riconoscere le costanti e le variabili. Le costanti sono rappresentate dai valori fondamentali (che non cambiano) , le variabili sono di due tipi: i fattori al di fuori del nostro controllo e gli elementi su cui possiamo agire. La distinzione tra i due gruppi non è sempre netta, a volte riteniamo erroneamente di poter influenzare la realtà e ne ricaviamo frustrazione, a volte rinunciamo a farlo e perdiamo opportunità.